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Neve e temperature sotto zero Cnr: "Febbraio più freddo dal 1965" - martedì 3 aprile 2012

Neve e temperature sotto zero
Cnr: "Febbraio più freddo dal 1965"

Il mese appena chiuso si piazza al 33mo posto tra quelli più rigidi degli ultimi due secoli e sarà ricordato per il gelo, con un'anomalia di -2.6 gradi rispetto alla media di riferimento

BOLOGNA - Se non fosse stato per le temperature miti degli ultimi giorni del mese, il febbraio 2012 avrebbe conquistato qualche gradino in più nella classifica dei mesi più freddi dal 1800 ad oggi. Nonostante questo, però, il mese appena concluso sarà ricordato per il gelo e le abbondanti nevicate, piazzandosi al 33mo posto tra i mesi di febbraio più rigidi degli ultimi due secoli, con un'anomalia di -2.6 gradi rispetto alla media di riferimento del periodo 1971-2000.

Era comunque dal 1965 che non si verificava un febbraio così freddo. È quanto riferisce la banca dati dell'Istituto di scienze dell'atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche di Bologna, sottolineando che nella graduatoria degli ultimi due secoli, il più freddo rimane il 1803 con un'anomalia di -6.4 gradi, mentre ancora molti ricordano quello del 1956, terzo in graduatoria con -6.

Per quanto riguarda le precipitazioni, il mese appena trascorso ha registrato un +21% a livello nazionale rispetto alla media 1971-2000, ma con un'Italia spaccata in due: -62% al nord (il 41esimo febbraio più secco dal 1800) e +85% nell'Italia peninsulare (il 13esimo più piovoso). Con il mese di febbraio si chiude dal punto di vista meteorologico anche l'inverno. Per l'Italia si è trattato di una stagione eterogenea, riferiscono dal Cnr: il dicembre molto mite, il gennaio nella media e il febbraio piuttosto rigido hanno portato a un inverno che si è chiuso con un'anomalia negativa di -0.54 gradi
centigradi rispetto al periodo di riferimento, il 78esimo più caldo dal 1800.

Dal punto di vista delle precipitazioni, i pesanti deficit dei mesi di dicembre e gennaio non sono stati compensati dalle abbondanti precipitazioni (prevalentemente nevose) di febbraio, che fanno chiudere la stagione invernale al 37esimo posto tra le più secche con un -23% rispetto alla media e punte che superano il -50% in alcune aree del nord.

Fonte:
http://www.repubblica.it




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Esplosioni sul Sole telecomunicazioni a rischio - martedì 3 aprile 2012

Esplosioni sul Sole
telecomunicazioni a rischio

La sequenza delle "tempeste" è destinata ad intensificarsi nei prossimi mesi e le turbolenze della stella possono influenzare radio e cellulari di ELENA DUSI (Repubblica)


LE FOTO 1 - IL VIDEO 2

La sequenza delle grandi esplosioni è iniziata giovedì. Un secondo shock della magnetosfera si è registrato venerdì. Per lunedì o martedì è prevista la terza eruzione sulla stella. Le lingue di vento solare, carico elettricamente, nel week end passato non hanno causato grandi disagi, ma gli esperti della National Oceanographic and Atmospheric Administration (la Noaa) prevedono per il futuro un'intensificazione delle tempeste solari, fino a un picco previsto per il 2013. Le esplosioni della scorsa settimana hanno raggiunto l'intensità massima fra quelle classificate di livello medio. Una tempesta di veemenza doppia rischierebbe di mandare completamente in tilt le comunicazioni radio sulla Terra. Le correnti che si accumulano nella parte dell'atmosfera chiamata magnetosfera potrebbero infiltrarsi poi nei cavi ad alta tensione, disturbando il trasporto dell'energia elettrica. In questo caso, oltre alle mappe cartacee, bisognerebbe ripristinare anche le candele.

Quest'anno ci sono state altre grandi esplosioni nel Sole a febbraio e giugno. L'eruzione di San Valentino in particolare è stata la più forte degli ultimi quattro anni. Nel 1989 in Canada l'intensità della pioggia di particelle cariche nell'atmosfera terrestre mandò completamente in tilt la rete elettrica, lasciando al buio sei milioni di persone per alcune ore. Trent'anni prima, la più grande tempesta della stella mai registrata bloccò tutti i sistemi di comunicazione a distanza, e i disagi non furono massicci solo perché la tecnologia era ancora ferma al telegrafo. Alcuni operatori del codice Morse subirono delle scosse elettriche e qualche foglio di carta prese fuoco. Ma il Sole si fece perdonare regalando un'aurora boreale visibile fino ai Caraibi. Oggi un'esplosione di quella portata creerebbe danni e disagi estremamente più gravi, che un rapporto del 2008 del National Research Council americano stima in 2 trilioni di dollari nel mondo intero.

(08 agosto 2011)

Fonte:
http://www.repubblica.it
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